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da poco perduto il loro compagno di vita presentano un’incidenza di morte superiore ri-
          spetto ai coetanei che hanno ancora il coniuge. Nella valutazione dell’impatto della morte
          del coniuge viene considerata la differenza legata al genere. Per gli uomini questo evento
          può avere conseguenze gravi sulla salute, soprattutto dovute alla perdita dell’accudimento
          da parte del coniuge; tra i fattori protettivi gli uomini presentano però la capacità di svi-
          luppare delle reti estese di relazioni sociali che li tutelano maggiormente dall’isolamento.
          Per la donna la morte del coniuge è un evento estremamente doloroso in cui spesso essa
          perde anche il ruolo di soggetto che “accudisce”; il fattore protettivo in questo caso è la
          capacità da parte della donna di manifestare maggiormente i propri sentimenti di perdita
          e solitudine e di mantenere la funzione di “domesticità” rivolgendola a figli e nipoti. Il
          periodo del lutto quindi può assumere caratteristiche patologiche sia nel senso della durata
          che delle manifestazioni; si parla perciò di lutto patologico. Si evidenziano sintomi di tipo
          somatico con aspetti cronici (cefalea, disturbi gastro-intestinali, dolori fisici), preoccu-
          pazione intensa con sintomi dispercettivi, assunzione di atteggiamenti e comportamenti
          tipici del congiunto, reazioni di rabbia sproporzionata. Tali complicanze possono assu-
          mere i quadri di una vera e propria malattia, somatica o psichica. Tra i disturbi psichici il
          più frequente è la depressione maggiore, tra i disturbi somatici, si evidenziano soprattutto
          malattie cerebro e cardiovascolari.


          3.1.2 Anziani affetti da patologie cronico degenerative
          Deterioramento cognitivo
          Il percorso diagnostico si basa su una raccolta puntuale e accurata della storia clinica del
          paziente, su una valutazione delle capacità funzionali e cognitive dell’anziano, effettuata
          con strumenti standardizzati, sull’integrazione con gli altri dati derivanti da esami clinici
          strumentali e dal confronto con gli altri specialisti che seguono la persona.
          Nella valutazione del paziente il ruolo dello psicologo si realizza attraverso:


          Valutazione cognitiva
          Anamnesi psicologica
          Accanto alla raccolta sistematica di dati relativi alla storia familiare e personale dei sog-
          getti, con particolare riferimento alla ricostruzione dettagliata dei fatti e degli aspetti emo-
          tivi collegati alle fasi di vita più significative, andrà attentamente valutata la presenza di
          malattie internistiche, psichiatriche e neurologiche che sono note causare o contribuire al
          manifestarsi di una riduzione delle capacità cognitive. Andrà inoltre valutata la presenza
          di abuso di assunzione di alcool o di altre sostanze e l’esposizione a tossici ambientali. At-
          tenta dovrà essere anche l’anamnesi sui farmaci assunti dal soggetto, visto che problemi
          cognitivi che possono aggravare una demenza sono spesso causati, soprattutto nell’anzia-
          no, dall’assunzione di certi farmaci.


          Colloquio clinico
          Il colloquio clinico si avvarrà anche di un osservazione diretta del paziente e di un esame
          informale.
          Esame formale con strumenti quantitativi e standardizzati
          L’esecuzione di una adeguata batteria di test neuropsicologici può fornire indicazioni indi-
          spensabili sull’esistenza e sulla gravità del deficit cognitivo, sulle aree cognitive compro-

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