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differenziale
− la consapevolezza e il riconoscimento dell’anziano dei propri limiti, la sua attitudine e
il suo pregiudizio rispetto alla dimensione psicologica e alla psicopatologia;
− la sintomatologia per esempio depressiva e ansiosa nell’anziano presenta livelli di gra-
vità diversi rispetto a quelli considerati clinicamente significativi per l’adulto; ciò ren-
de necessaria una differente valutazione del livello di soglia oltre il quale considerare
una determinata persona bisognosa di una presa in carico.
Depressione
La depressione nell’anziano merita una particolare attenzione per la sua importanza in
termini epidemiologici; si ritiene che nel 2020 essa rappresenterà la seconda causa, dopo
i disturbi cardiologici, di malattia e quindi di limitazione funzionale. Per quanto concerne
gli obiettivi generali della salute della popolazione anziana, uno dei principali è quello di
ridurre gli «anni di disabilità», mettendo in atto ogni mezzo che possa non solo aumentare
l’aspettativa di vita ma anche ridurre gli anni di non autosufficienza. Data quindi la rile-
vanza della depressione in termini di incidenza, prevalenza e la significatività delle sue
conseguenze sull’autonomia e sul benessere delle persone interessate, si rende necessario
riconoscere l’estrema importanza di tale tematica per la salute pubblica e si ipotizza che il
miglioramento globale dell’approccio a questa sintomatologia possa avere delle ricadute,
non solo in termini di benessere e qualità della vita di chi ne è colpito, ma anche in termini
di costi per la sanità pubblica.
Tra i fattori predisponenti nell’insorgenza della patologia sono considerati significativi:
l’appartenenza di genere: le donne mostrano una maggiore tendenza a presentare
sintomi depressivi con un rischio relativo di circa 3,4 superiore, segnalato in alcuni
studi;
le condizioni di celibato, divorzio e vedovanza a confronto con lo stato coniugale: in
particolare lo stato di vedovanza ha una forza predittiva diversa a seconda del genere
con i maschi maggiormente esposti al rischio depressivo rispetto alle donne;
le condizioni abitative: le persone residenti in strutture per anziani mostrano livelli
di prevalenza della depressione rispetto a chi vive a domicilio, con la possibilità di
sviluppare episodi depressivi che può essere di quattro volte superiore;
l’interazione con malattie somatiche croniche con un rischio relativo maggiore che
oscilla tra 2,4 e 11 a seconda dello studio e della patologia considerata. Le patologie
croniche maggiormente associate all’insorgenza della sintomatologia depressiva sono
soprattutto quelle respiratorie, i disturbi cardiovascolari compresi quelli cerebrova-
scolari, quelli a carico dell’apparato muscolo scheletrico con dolore cronico, il morbo
di Parkinson e l’incontinenza urinaria.
Tra i fattori di rischio vengono anche segnalati la mancanza di disponibilità di relazioni
sociali e interpersonali; l’isolamento sociale, la mancanza di partecipazione e l’assenza
di condizioni di inclusione, così come la povertà economica e il basso livello educativo.
Oltre ai fattori predisponenti citati si possono considerare quelli cosiddetti precipitanti la
condizione depressiva come gli eventi stressanti della vita, il cambiamento di residenza,
l’allontanamento dei contesti abituali, i problemi gravi di salute, il ricovero ospedaliero,
la perdita di un coniuge o di una persona significativa e altri ancora.
Uno dei problemi che lo psicologo dovrà affrontare in fase di valutazione sarà la diagnosi
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