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Nell’ambito delle politiche sanitarie e sociali è, quindi, importante tracciare alcune linee
specifiche di indirizzo per orientare la programmazione dei servizi e degli interventi sul
territorio, per sviluppare interventi ed azioni sanitarie, psicologiche e sociali in grado di
aumentare gli anni di buona salute degli anziani e di prevenire le disabilità che creano la
non autosufficienza.
2. PROMOZIONE DELLA SALUTE, PREVENZIONE E INTERVENTO
Lo sviluppo della Psicologia nell’area dell’invecchiamento potrebbe idealmente seguire
due linee generali: la prima, che si può definire preventiva, deve necessariamente avvalersi
delle conoscenze dei processi e delle modificazioni che si manifestano sul piano fisico,
mentale e relazionale, per predisporre azioni atte a favorire il processo di invecchiamento
lavorando per l’eliminazione di quelle barriere che trasformano un soggetto in un oggetto
di cure e interventi, limitando e riducendo i bisogni socio-assistenziali legati all’invecchia-
mento.
La seconda area di implementazione è quella relativa alla cura e che consiste nello svilup-
po di modelli di intervento integrato socio-sanitario ad alto potenziale curativo e a basso
contenuto tecnologico con lo scopo di favorire l’adattamento della popolazione anziana,
con una presa in carico globale che contempli cioè sia i bisogni sanitari e biologici che
quelli relazionali.
La competenza psicologica rispetto alla persona anziana va declinata avendo come riferi-
mento nell’invecchiamento un continuum che va dalla condizione di normalità a quella di
patologia conclamata, passando per una vasta “area grigia” di confine dove troviamo sia le
condizioni pre-cliniche, destinate a virare verso la patologia in assenza di interventi preven-
tivi adeguati, sia particolari condizioni di fragilità che possono spostarsi verso i poli della
normalità o della patologia a seconda della presenza/assenza di interventi di promozione
della salute. Se ci si riferisce all’invecchiamento normale, diventa fondamentale un’attività
di promozione della salute che tenga conto dei cambiamenti motivazionali, di prospettiva
temporale ed emotivo relazionali della persona anziana, considerando sempre la dialettica
persona/ambiente e che miri a trasferire conoscenze modificando convinzioni e pregiudizi
sulla vecchiaia. Se si considera, invece, l’area della fragilità, l’intervento di prevenzione
andrà tarato sulle persone anziane che non presentano un disagio clinicamente evidente ma
che, come testimoniano le ricerche, in concomitanza di eventi stressanti, mostrano un tasso
elevato di morbilità e mortalità. L’intervento preventivo sarà, in questo senso, finalizzato
all’individuazione degli indicatori di fragilità e alla costruzione di risposte congruenti ai
bisogni individuati. In particolare nella popolazione anziana è fondamentale rintracciare
indicatori di fragilità di tipo cognitivo, psicopatologico o dovuti all’isolamento sociale.
L’obiettivo fondamentale degli interventi preventivi nell’area dell’invecchiamento sta quin-
di nella costruzione di interventi adeguati al bisogno che valorizzino la dimensione della
partecipazione dell’anziano all’intervento stesso, ottimizzandone capacità e relazioni.
Se ci si riferisce all’area della patologia, gli interventi andranno articolati su tre livelli: gli
interventi terapeutici, gli interventi di sostegno ai caregivers, gli interventi di formazione
e supervisione degli operatori della rete. In conclusione, risposte efficaci ai bisogni della
persona anziana possono essere rintracciate nelle competenze della psicologia clinica e di
quella di comunità.
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