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mento e sintesi dell’informazione stessa, dovuta a processi di specializzazione funzionale.
Se consideriamo l’aspetto riproduttivo, l’invecchiamento potrebbe idealmente iniziare,
almeno per le donne, con la menopausa; un altro segnale di declino potrebbe essere indi-
viduato nell’uscita dei figli dal nucleo famigliare, con la conseguente trasformazione dei
ruoli genitoriali. Dal punto di vista sociale, l’invecchiamento è connotato da una continua
trasformazione di status, ruoli ed aspettative; tra i fattori principali che determinano la
compromissione dello stato di salute troviamo infatti, la morte del coniuge, il distac-
co dai figli, l’isolamento, la malattia, il bisogno economico. Attualmente, la rivoluzione
demografica connotata dall’allungamento della vita, ha prodotto uno scollamento tra l’
aspettativa di vita e la qualità della stessa, ponendo in primo piano i problemi connessi
con l’aumento della dipendenza, dell’isolamento e la riduzione della capacità di vita at-
tiva, sollecitando risposte ai bisogni sul piano socio-sanitario e assistenziale. Dal punto
di vista psicologico, la definizione diventa più complessa perché dipende dalla funzione
presa in considerazione e dal fatto che le funzioni psicologiche sono soggette a fenomeni
di stabilità, miglioramento, di maturità, oltre che di declino. Il benessere psicologico nel-
l’anziano dipende dalle capacità e dalle possibilità di portare a buon fine l’elaborazione
del lutto rispetto alle perdite subite, senza incorrere in lutti complicati, dall’elaborazione
dei cambiamenti di ruolo, dalla necessaria modificazione delle relazioni senza che vi sia
ritiro o distacco dagli altri. Queste considerazioni rappresentano la base indispensabile per
poter effettuare una valutazione dei cambiamenti che possono avvenire, facilitando così
il processo di decisione sugli interventi da effettuare, i quali possono essere implementati
partendo da informazioni adeguate.
1.1 Invecchiamento primario, secondario, terziario
L’invecchiamento può essere concettualizzato come un processo, definendo primaria
quella parte dell’invecchiamento connessa con l’effetto dell’età, secondaria quella relati-
va alla combinazione di età e patologie ricorrenti, terziaria o di declino finale, quella che
include i cambiamenti che si osservano in relazione all’approssimarsi della morte.
Molte malattie neurologiche aumentano la loro incidenza con l’aumentare dell’età. Risul-
ta quindi importante saper distinguere le modificazioni primarie dell’invecchiamento da
una vera patologia neurologica meritevole di approfondimenti diagnostici ed interventi
terapeutici ed assistenziali. E’ infatti diffusa l’errata opinione che l’invecchiamento si
accompagni inesorabilmente alla perdita di numerose funzioni sia fisiche che mentali,
ma nell’era attuale l’invecchiamento senza deterioramento cognitivo non costituisce più
un evento eccezionale. Si considerano quindi l’invecchiamento primario e l’invecchia-
mento secondario due entità distinte. I deficit comportamentali sarebbero attribuibili ad
eventi patologici, mentre le modificazioni dipendenti dall’età sarebbero più propriamente
espressione di una organizzazione cerebrale alternativa a quelle precedenti. Proprio le
modificazioni ambientali che hanno consentito il prolungamento della durata di vita han-
no nel contempo fornito l’evidenza di un range di variabilità estremamente ampio, fino ad
osservare valori che in molti settori possono essere superiori a quelli di soggetti giovani.
L’insieme delle modificazioni che si verificano per la sola azione del passare degli anni
non prevedono necessariamente il sopraggiungere di un deterioramento mentale e fisico.
Le condizioni di deterioramento cognitivo sarebbero causate, più spesso di quanto non si
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