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cite e più o meno evidenti.
Due sono le principali forme di bullismo: diretto e indiretto.
Il bullismo diretto è costituito dai comportamenti aggressivi e prepotenti più visibili e
può essere agito in forme sia fisiche sia verbali. Il bullismo diretto fisico consiste nel
picchiare, prendere a calci e a pugni, spingere, dare pizzicotti, graffiare, mordere, tirare
i capelli, appropriarsi degli oggetti degli altri o rovinarli. Il bullismo diretto verbale
implica il minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti,
estorcere denaro o beni materiali.
Il bullismo di tipo indiretto, invece, si gioca più sul piano psicologico, è meno evidente
e più difficile da individuare, ma non per questo meno dannoso per la vittima. Esempi di
bullismo indiretto sono l’esclusione dal gruppo dei coetanei, l’isolamento, l’uso ripetuto
di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima,
il danneggiamento dei rapporti di amicizia.
Negli ultimi anni si è andata affermando una nuova modalità che si avvale delle nuove
tecnologie e di Internet (cyberbullying).
• Natura sociale del fenomeno
Spesso gli episodi di bullismo vedono coinvolto un singolo soggetto contro un altro; è
però sempre più frequente il caso in cui a mettere in atto le prepotenze sia un gruppetto
di più persone.
Proprio perché il bullismo coinvolge due o più individui, bisogna cogliere la sua natura
relazionale: è dunque fondamentale focalizzarsi non solo sui problemi di comportamento
o di temperamento del singolo, ma anche e soprattutto sulla tipologia di rapporto che si è
venuta a creare tra bullo e vittima. Quando gli atti di bullismo avvengono all’interno della
scuola, è necessario estendere l’attenzione a tutto il gruppo classe che contribuisce (più o
meno attivamente) a “costruire” i ruoli di bullo e di vittima e a mantenerli rigidi e invariati
nel corso del tempo.
Le variabili età e genere
I soggetti implicati nel fenomeno del bullismo sono bambini e adolescenti in una fascia di
età compresa tra i 7/8 e i 14/16 anni. Maggiormente coinvolti sono comunque i bambini
delle scuole elementari e dei primi anni delle scuole medie, dove il fenomeno sembra
essere diffuso e pervasivo.
Secondo i dati a disposizione, con il passare del tempo il bullismo tende a seguire un parti-
colare decorso: il numero e la frequenza degli episodi di bullismo sembrano diminuire con
la crescita del bambino. In modo particolare gli episodi diminuiscono nel passaggio tra le
scuole primarie e le scuole secondarie di primo grado e, ancor più significativamente, con
il passaggio dal primo al secondo grado di scuola secondaria.
L’aspetto che muta maggiormente è relativo al bullismo diretto fisico: con la crescita del
bambino, infatti, diminuiscono soprattutto le manifestazioni di bullismo che fanno ricorso
alla forza fisica.
Se da una parte un minor numero di ragazzi è coinvolto nel fenomeno, dall’altra, però,
i ruoli di bullo e di vittima tendono a radicalizzarsi e a diventare più rigidi. Le prevari-
cazioni vengono indirizzate a un numero più ristretto di ragazzi, sempre gli stessi, che si
identificano sempre più nel ruolo di ‘vittima’. Sebbene si assista, con il trascorrere del
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