Page 148 - Sipsot Libro Linee di Indirizzo_27_aprile
P. 148

carico di tutte le problematiche associate, e per fronteggiare i limiti psicologici individua-
          li che derivano agli operatori dal confronto con la violenza, nel 2000 è nato il Progetto
          GIADA che dal 2005 si sta sviluppando, come unità funzionale, trasversale alle Strutture
          dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII e alle Cliniche pediatriche universitarie del-
          l’A. O. Policlinico di Bari, per perseguire obiettivi di diagnosi precoce, sostegno e cura,
          prevenzione, formazione e ricerca, in sinergia con le realtà territoriali. Sono stati costi-
          tuiti, con atto formale, sia un Gruppo tecnico-scientifico interdisciplinare con funzioni di
          coordinamento composto da 12 operatori ospedalieri (psicologo, pediatra di pronto soc-
          corso, chirurgo, radiologo, neuropsichiatra infantile, ginecologa, medico legale, caposa-
          la, responsabile della Direzione Medica, responsabile dell’Ufficio per il miglioramento
          della qualità, responsabile dell’Ufficio Formazione e collaboratore amministrativo), sia
          una rete di referenti ospedalieri composta da 1 medico ed 1 infermiere delle 22 Strutture
          dell’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII” e delle 3 Cliniche Pediatriche Universitarie.
          Da febbraio 2009 è operativa un’equipe dedicata composta da 4 psicologi, 2 assistenti so-
          ciali, 2 infermieri forensi, 1 informatico e 1 ingegnere gestionale. È in fase di attuazione la
          costituzione di un tavolo tecnico funzionale permanente in tema di abuso (Regione, ASL,
          Università, Provincia, Comune, Prefettura, Tribunale per i Minorenni, Procura e Questu-
          ra) per l’elaborazione di interventi analitici, programmatici ed organizzativi.
          Punti di forza e specificità
          Il modello organizzativo proposto mira a potenziare le attività assistenziali in favore di
          bambini/adolescenti e famiglie in condizioni di rischio e/o di abuso e a mettere in atto
          un’esperienza pilota di rete interdisciplinare e interistituzionale socio-sanitaria per fron-
          teggiare il fenomeno dell’abuso sui minori. Vengono regolarmente realizzati corsi di sen-
          sibilizzazione e di formazione specialistica. Attualmente il modello organizzativo è in
          fase di implementazione nel territorio della Provincia di Bari e dal 2010 verrà esteso
          a tutto il territorio della Regione. La metodologia impiegata centrata su processi di in-
          tegrazione e partnership intende promuovere la realizzazione di una rete regionale che
          individui centri di eccellenza, per la diagnosi precoce e la cura delle condizioni di abuso
          infantile, per perseguire benefici, a livello assistenziale e di ricerca, dal lavoro cooperativo
          e dalla condivisione di competenze multisciplinari presenti in strutture sanitarie diffuse
          sul territorio pugliese.

          9.  L’esperienza dell’ospedale S.Anna di Torino: il centro SVS
          Enti coinvolti nella stesura del protocollo d’intervento e partnership
          Il Centro SVS di Torino nasce nel Maggio 2003 come centro dedicato alle donne vittime
          di violenza e agli operatori. Il centro offre servizi di pronto intervento, consulenza tele-
          fonica, consulenza medico-legale, assistenza sociale e colloqui psicologici. Gli operatori
          che lavorano nel centro secondo un approccio integrato e multidisciplinare sono medici
          specialisti in Ostetricia e Ginecologia, medici specialisti in Medicina Legale, Ostetriche,
          assistenti sociali e psicologi, volontari. Il centro è in rete con gli altri Servizi ospedalieri e
          territoriali e con la magistratura e le forze dell’ordine.
          Punti di forza e specificità
          Il servizio offre un’assistenza in emergenza, nel breve, medio e lungo termine grazie
          alle attività di sostegno psico-sociale e legale, agli interventi di follow up e soprattutto
          all’interazione tra territorio e volontariato sociale. Il lavoro di rete consente di pensare con

                                                14
   143   144   145   146   147   148   149   150   151   152   153