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Il Codice Deontologico degli Psicologi all’Articolo 21 ricorda che “Lo psicologo, a sal-
          vaguardia dell’utenza e della professione, è tenuto a non insegnare l’uso di strumenti
          conoscitivi e di intervento riservati alla professione di psicologo, a soggetti estranei alla
          professione stessa…”.

          c) in base alla cultura psicometrica specifica della professione di psicologo:
          Si opta per il termine misurazione come funzione d’uso degli strumenti in quanto il termi-
          ne Valutazione, nella sua accezione psicologica, implica un processo di analisi non solo
          dei punteggi ottenuti dalla misurazione, ma anche delle sue correlazioni intrascale e intra
          variabili sociodemografiche, della loro concordanza con i dati desunti dall’anamnesi e da
          altre variabili ambientali.
          E’ importante richiamare gli psicologi implicati nella gestione attuativa del TU 81/2008
          art. 28 comma 2 alla formazione di una identità professionale basata su evidence based
          psychology e sulla chiarezza dei passaggi metodologici che intervengono nella diagnosi
          dello stress lavoro-correlato, qualunque sia il livello attuativo cui lo psicologo sia chia-
          mato ad intervenire.

          4.2  Promozione della salute e miglioramento della qualità della vita lavorativa
               del personale dipendente

          Il cambiamento più significativo nell’interpretazione dei processi eziologici relativi alla
          salute è stato il riconoscimento dello stile di vita tra i fattori che influenzano la genesi di
          molti disturbi.
          Questo mutamento di prospettiva è da ricondurre ad almeno tre fattori: l’attenzione alla
          salute intesa come fenomeno biopsicosociale e non più assenza di malattia, l’importanza
          culturale e sanitaria assunta dalla prevenzione primaria e secondaria , la nuova prospetti-
          va per cui il rischio è considerato fenomeno multicomponenziale, anzichè rispondente a
          causalità diretta e lineare.
          Il concetto di prevenzione sottende il tentativo di anticipare qualcosa che non è manifesto,
          ipotizzando possibili scenari futuri. Conoscendo in anticipo i fattori che possono influire
          negativamente sulla salute, non solo dell’individuo, possono essere intraprese tutte le mi-
          sure che favoriscono una sensibile diminuzione dell’esposizione al rischio. Promozione
          sottende una prospettiva di salute in positivo: non pone l’accento sui fattori che debbono
          essere evitati, ma si orienta alla creazione di capacità, precondizioni, relazioni favorevoli
          allo sviluppo di potenzialità personali e collettive.
          La mission dell’Azienda Sanitaria è creare salute, prendendosi cura dei cittadini. Nel
          perseguire questo obiettivo si dimostra di fondamentale importanza che l’organizzazione
          si prenda cura delle proprie risorse umane. Un’ipotesi ampiamente condivisa lega lo stato
          di salute degli operatori sanitari e dell’organizzazione a quello dei cittadini-utenti e la
          qualità erogata alla qualità della vita lavorativa degli erogatori.
          In tal senso attività di promozione della salute dei dipendenti e di prevenzione dei disagi
          psico-fisici vanno nella direzione dello “star bene al lavoro”, a partire dal contributo a
          migliorare la qualità della vita lavorativa e gli stili di vita (negli aspetti relativi all’attività
          fisica, fumo, alimentazione, ecc…), alla prevenzione di burn-out, mobbing, stress orga-
          nizzativo, all’attenzione al singolo lavoratore.
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