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riferimento di modo che coloro che identifichino per sé tale problematica possano trovare
il luogo del supporto nella totale garanzia dell’anonimato.
Il Servizio di Psicologia è il luogo per eccellenza per l’accoglienza poiché è precipuo
dello stesso la presa in carico individuale nelle più ampie garanzie del rispetto della pri-
vacy anche tramite l’accesso diretto alle prestazioni; nello specifico della gestione dello
stress lavoro-correlato il lavoratore può essere informato tramite comunicazione interna
e/o opuscoli informativi, e/o il medico Competente, il Servizio di Tutela e Sorveglianza il
Medico di Medicina Generale della tipologia di prestazioni che un Servizio di Psicologia
può erogare.
Prestazioni
Il processo di valutazione individuale dello stress lavoro-correlato si avvale di tradizionali
strumenti clinici, quale il colloquio clinico, di strumenti osservazionali e di un testing
ragionato sulle specificità dei sintomi stress-lavoro correlato.
Il problema di maggiore complessità, sotto il profilo sia clinico che più strettamente di
ordine medico legale qualora si sia chiamati a contribuire all’accertamento della malattia
professionale da costrittività organizzativa (INAIL, 2001), è costituito dalla concettualiz-
zazione di stress, o meglio di un evento affinché possa rivestire il ruolo causale di stress.
Sotto questo aspetto la definizione più adeguata è quella espressa dal DSM-IV-TR, per il
quale lo stress è un “fattore traumatico estremo che implica l’esperienza personale diretta
di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi, o altre minacce all’integri-
tà fisica, o la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all’inte-
grità fisica di un’altra persona, o il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata,
di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o
da altra persona con cui è in stretta relazione”. Questa definizione privilegia aspetti di
tipo oggettivo e consente di etichettare come trauma qualunque evento “negativo” possa
accadere e, soprattutto, impone una criteriologia diagnostica rigorosa rimarcando l’im-
portanza della diagnosi clinica e fenomenologia.
La difficoltà del riconoscimento di un rapporto di causalità nei casi di esposizione ad
eventi stressanti è costituita dal fatto che tale rapporto non è semplicemente a tipo cau-
sa-effetto, in quanto l’elemento conseguente non è la conseguenza diretta, esclusiva ed
inevitabile dell’evento antecedente, inteso come evento storico ed oggettivo fornito di
rilevanza causale. Le manifestazioni patologiche obiettivabili, infatti, sono sempre il ri-
sultato di un evento che, per intrinseca definizione, è un insieme molto complesso, dina-
mico e poliedrico di variabili che può essere ricostruito a posteriori talora solo in maniera
frammentaria e nel quale giocano un ruolo fisiopatogenetico e causale elementi di ordine
individuale, sociale ed ambientale, preesistenti o coesistenti all’evento, comunque con-
correnti al determinismo di un determinato quadro psicopatologico. Nei disturbi speci-
ficatamente connessi ad eventi stressanti l’evento assume un rilievo etiologico e, con-
sequenzialmente, causale fondamentale, mentre in altre manifestazioni psicopatologiche
l’elemento traumatico rappresenta, assieme ad altri, uno degli elementi che possono assu-
mere un rilievo etiologico, quali i disturbi dell’adattamento, i disturbi dell’umore o quelli
d’ansia, i disturbi somatoformi, che rappresentano le manifestazioni cliniche espressione
di una esposizione cronica ad uno stress. Ne deriva che, a parità di condizioni, un evento