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“...l’empowerment degli individui e delle comunità, che valorizza le risorse di cui essi
          stessi sono portatori per il miglioramento della salute, è un principio fondamentale della
          promozione della salute. …l’empowerment è uno strumento di provata efficacia per il
          miglioramento della salute…”.


          La concezione complessa e multidimensionale di salute e benessere a cui si fa riferimento
          richiede inevitabilmente un lavoro di rete, una progettazione e un’operatività multidisci-
          plinare in integrazione tra diversi servizi e agenzie presenti nel contesto.

          1.1  Riferimenti legislativi

          Il Piano Sanitario Nazionale anni 2006-2008 evidenzia nell’Introduzione i punti focali
          dell’azione del Servizio sanitario individuando, tra le priorità, al punto1. “organizzare
          meglio e potenziare la promozione della salute e la prevenzione”. A partire da queste in-
          dicazioni generali le Regioni hanno previsto in modo più o meno esplicito all’interno dei
          piani sanitari regionali misure programmatiche ed organizzative per implementare azioni
          di promozione della salute. In particolare si rivolge l’attenzione alla necessità di modifi-
          care stili di vita non salutari che influenzano, secondo i dati epidemiologici più recenti, la
          mortalità e alcune malattie croniche che incidono pesantemente sulla qualità di vita delle
          persone, nonché sui costi della sanità pubblica.

          2.   LO PSICOLOGO ALL’INTERNO DELLA RETE DEGLI INTERVENTI

          A partire dal modello biopsicosociale, la psicologia della salute ha elaborato nel corso
          degli ultimi anni modelli interpretativi fondati sull’integrazione mente-corpo e sulla co-
          struzione sociale della salute; il tentativo è quello di comprendere le variabili individuali
          e ambientali, e le loro interconnessioni, e la loro influenza sulla salute. L’attenzione è
          costantemente alla salute in relazione alle diverse fasi del ciclo di vita e alle variabili
          socio-ambientali; passare dal ‘modello malattia’ al ‘modello salute’ non è facile, perché,
          come sottolineato in un recente articolo da M. Bertini, mancano addirittura le parole che
          supportino anche linguisticamente lo sviluppo del nuovo modello. Nonostante i piani
          sanitari nazionali e regionali insistano molto sul tema della promozione della salute,
          non c’è ancora sufficiente chiarezza sul significato autentico della parola promozione
          (confusa spesso con quella di prevenzione), e non sufficiente consapevolezza della sua
          portata storica. E’ in atto un grande cambiamento di paradigma che impone di spostare
          l’attenzione dal ‘modello malattia’ al ‘modello salute’. La scoperta della salute - ormai
          universalmente riconosciuta come uno stato positivo di ben-essere, e non più come as-
          senza di malattia - apre uno scenario applicativo di grande e specifico rilievo. Lavorare
          sulla salute significa infatti, come evidenziato nella prima parte di questo documento,
          confrontarsi non tanto sui deficit, sui disadattamenti, sulle patologie, ma bensì sulle ri-
          sorse e le potenzialità delle persone. Questo implica un cambiamento radicale dei metodi
          e delle tecniche che gli operatori - medici o psicologi - sono chiamati ad adottare. Mentre
          all’interno del modello malattia è del tutto logico operare nella linea della terapia, in
          quanto l’obiettivo è ri-muovere la patologia, all’interno del modello salute è altrettan-
          to logico che la linea da seguire non sia la terapia perché, ovviamente, non si possono
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