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opportunità, una proposta per implementare, attraverso un modello partecipativo esteso
ai fruitori e alla comunità, buone pratiche di interventi integrati e rapportati a risultati di
salute misurabili ed efficaci.
Ad accomunare ogni documento l’obiettivo di fondo è il miglioramento tangibile della
qualità dell’assistenza per una migliore qualità della vita e l’adozione di modalità operative
atte a favorire lo sviluppo dell’auto-efficacia, il sentimento di fiducia che gli individui
hanno della propria capacità di agire in modo da influenzare la propria vita.
La prima parte degli allegati mette in evidenza lo sfondo richiamato dai bisogni di
salute emergenti e l’orientamento internazionale delle strategie di sviluppo e di sistema
nel settore socio-sanitario, che richiamano il cambiamento di paradigma che impone di
spostare l’attenzione dal “modello malattia” al “modello salute”.
Il secondo blocco di allegati evidenzia percorsi psicologici funzionali alla mappatura
del rischio aziendale e del governo clinico, alla necessità di curare l’organizzazione che
cura e al supporto alla salute organizzativa. il processo di aziendalizzazione propone tre
priorità alle aziende sanitarie: la questione organizzativa, come riorganizzare il sistema; la
questione strategica, come coinvolgere e condividere per governare; la questione tecnico-
professionale, come promuovere l’integrazione tra le professioni e tra i servizi. su questi
tre fronti le linee di indirizzo vogliono evidenziare il contributo che la psicologia può
offrire al miglioramento della governance e di conseguenza delle risposte sanitarie ai
cittadini e alla comunità.
Il terzo blocco, seguendo lo sviluppo del ciclo di vita, affronta i temi della vulnerabilità e
dei nuovi scenari della genitorialità; lo studio della vulnerabilità psicologica è raccordato
alla possibilità di sviluppare interventi precoci rispetto all’esordio delle psicopatologie.
I meccanismi e i processi di crescita sono un momento di forza e, contemporaneamente, di
debolezza e fragilità. Il cambiamento del ruolo della famiglia e le profonde modificazioni
delle dinamiche sociali, evidenziano che siano proprio i minori coloro che si trovano più
a rischio rispetto agli stili di adattamento e alle funzioni di regolazione. A fronte delle
complesse problematiche delle famiglie contemporanee i piani di intervento all’interno del
ssn possono svilupparsi in direzione preventiva e promotiva e non solo essere orientati da
finalità terapeutiche e riparative. Tale obiettivo richiede la capacità di valutare, analizzare
e prendere in carico le problematiche emergenti della salute materno-infantile, attraverso
una progettazione della cura basata sul modello ecologico dell’intervento. L’azione è
proposta contemporaneamente su più livelli: individuo, famiglia, comunità, istituzioni
e cultura, coniugando interventi psicologici specifici integrati alle altre professioni
socio-sanitarie ed educative, in modo da affrontare tempestivamente e sinergicamente le
condizioni di rischio e di vulnerabilità, già durante lo sviluppo.
La significatività delle nuove emergenze sollecitate dalla violenza intra ed extra-familare è
tale da richiedere attenzione specifica: l’intervento psicologico nelle situazioni di violenza
alle donne e ai bambini e nelle situazioni di violenza tra pari costituisce una problematica
ad alta complessità dato l’elevato rischio di esiti patogenetici, conseguenti o connessi
al “trauma violenza”. L’articolazione degli interventi necessari per rispondere a bisogni
multiformi richiede sia interventi clinici che di comunità, che vengono declinati nel
dettaglio, con riferimento ai protocolli di intervento. Sia gli interventi a favore di minori
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