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Ma il gioco patologico può anche innescare una pericolosa spirale sul piano lavorativo sia
attraverso le frequenti assenze dal luogo di lavoro, sia attraverso difficoltà, trascuratezze,
richieste di anticipi che spesso amplificano un percorso di progressiva discesa sociale o
anche uscita dal circuito lavorativo. Tuttavia è anche da segnalare come in molti giocatori
si presenti un fenomeno apparentemente opposto ovvero quello del superlavoro dettato
dalla necessità di avere denaro, che può portare a trascurare non solo i basilari diritti sin-
dacali ma anche a richiedere o accettare lavori molto faticosi, rischiosi, o privi di garanzie,
a lavorare senza sosta, a trovarsi a lavorare in condizioni di stanchezza ove i momenti
di pausa sono spesso sostituiti dall’esigenza di giocare, con gravi rischi per la propria e
l’altrui sicurezza.
Un capitolo importante riguarda le attività illegali e di interesse penale che riguardano non
solo la condotta del giocatore patologico ma anche gli interessi nel gioco da parte della
criminalità organizzata. Tali interessi vanno dalla gestione diretta dell’attività di gioco
illegale all’indotto che può derivare dal gioco legale (riciclaggio di denaro, uso di banco-
note false, usura, prostituzione, etc). Un altro elemento di interesse è relativo al rapporto
tra gioco d’azzardo ed uso di sostanze dove le evidenze verso una maggiore probabilità
di trovare fenomeni di abuso o di dipendenza tra giocatori patologici rispetto a gruppi di
controllo e viceversa (maggiore rischio di propensione al gioco patologico da parte di
soggetti dipendenti da sostanze) appaiono dimostrate da molti studi.
4. RACCOMANDAZIONI FINALI
I colleghi dell’ Australian Psychological Society (Blaszczynski, Walker, Sagris, Dicker-
son, 1999) hanno indicato una serie di raccomandazioni a livello di prevenzione primaria,
secondaria e terziaria. Tali raccomandazioni si rivolgono in particolare agli psicologi in-
dicati come i professionisti in grado di svolgere il ruolo principale nella ricerca, nella te-
rapia, nella “community education” e nell’indirizzo dello sviluppo delle politiche sociali.
Per quanto riguarda il piano della prevenzione primaria in primo luogo viene incoraggiata
la ricerca sulle condizioni sociali e psicosociali che conducono a incrementare il numero
di persone che giocano d’azzardo ed i fattori che contribuiscono alla perdita di controllo.
In secondo luogo si evidenzia come sia opportuno adottare una posizione neutrale dal
punto di vista morale, promuovere una concezione di gioco d’azzardo come forma di
intrattenimento piuttosto che un mezzo per ottenere denaro e sostenere modelli di gioco
controllato piuttosto che argomentare la sua completa proibizione. Data la relazione tra la
disponibilità di giochi ed il numero di giocatori problematici, dovrebbe tuttavia essere im-
posta una moratoria alla futura espansione di giochi. E’ poi importante il ruolo da svolgere
nella informazione (education) delle persone riguardo ai problemi del gioco eccessivo e
la disponibilità di servizi attraverso interventi nei media e la produzione e distribuzione di
materiale informativo. Importante appare poi segnalare come i colleghi australiani indichi-
no importante promuovere una azione cooperativa tra gli amministratori, gli imprenditori
del gioco e le organizzazioni del welfare al fine di promuovere comportamenti di gioco
responsabile all’interno della comunità attraverso formazione e programmi di minimizza-
zione dei danni. Programmi educativi dovrebbero poi essere indirizzati al miglioramento
della comprensione da parte delle persone delle leggi della probabilità e del caso. Inoltre
la pubblicità del gioco d’azzardo non dovrebbe favorire le credenze erronee e dovrebbe
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