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discendente con l’età, permanendo forti differenze di genere.
È molto elevata la quota di minori che consuma alcool: nel 2005 in Italia i ragazzi di 11-15
anni che dichiarano di avere bevuto almeno una volta negli ultimi 12 mesi sono il 19,5%,
nonostante siano al di sotto dei 16 anni, età prevista dalla legge per la somministrazione di
alcolici. Le differenze di genere sono più contenute rispetto alle altre classi di età (21,8%
tra i maschi e 17% tra le femmine).
Tra i ragazzi di 11-15 anni l’1% consuma alcolici fuori pasto almeno una volta a setti-
mana e il 2,3% si è ubriacato almeno una volta nell’anno (3,2% tra i maschi e 1,3% tra
le femmine). Tra i ragazzi di 16-17 anni emerge un quadro ancora più critico: uno su due
ha consumato alcolici nell’anno e la quota di maschi è superiore a quella delle femmine
(58,8% contro 42,4%). In questa fascia di età l’8% dei maschi consuma alcolici tutti i
giorni, il 4,7% beve alcolici fuori pasto almeno una volta a settimana; il 10,9% ha dichia-
rato di essersi ubriacato almeno una volta negli ultimi 12 mesi e di questi uno su quattro
si è ubriacato più di tre volte nell’anno.
L’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori sem-
brerebbe influenzare il comportamento dei figli. Infatti considerando i giovani tra 11 e
17 anni che vivono ancora in famiglia con almeno un genitore, emerge che sul totale
dei giovanissimi, la percentuale di chi consuma anche in maniera saltuaria o occasionale
bevande alcoliche è pari al 25,5%. Questa percentuale sale al 32% se almeno uno dei ge-
nitori fa uso non moderato di bevande alcoliche, mentre scende al 22,6% se nessuno dei
due genitori assume alcool in modo non moderato.
4.3 Associazione di alcuni comportamenti di consumo “a rischio”
Chi eccede nel consumo di alcool spesso associa anche altri comportamenti a rischio, uno
di questi è l’abitudine al fumo. Il consumo giornaliero di alcool risulta fortemente asso-
ciato con l’abitudine al fumo: tra i maschi fumatori il 54,5% consuma quotidianamente
bevande alcoliche e la quota raggiunge il 59% tra i forti fumatori (20 e più sigarette al
giorno), contro il 42,8% dei non fumatori. Inoltre, tra i maschi fumatori il 15,9% consuma
quotidianamente alcool in misura non moderata (4 e più unità alcoliche al giorno), tra i
forti fumatori tale quota raggiunge il 21,6% (contro l’8,4% dei non fumatori). Per le fu-
matrici si confermano tendenze analoghe, sebbene con quote più contenute.
Anche il consumo di alcolici fuori pasto almeno una volta alla settimana risulta più diffuso
tra quanti fumano (tra i maschi il 49,3% contro il 36,3% - tra le femmine il 26,3% contro
il 13,1%). Emerge, infine, una maggiore propensione ad ubriacarsi tra i fumatori rispetto
ai non fumatori (tra i maschi il 22,2% contro l’11,4% dei non fumatori - tra le femmine il
6,6% contro il 2,4% delle non fumatrici). Da questi dati emerge come l’alcool e la sigaret-
ta costituiscono le sostanze psicotrope prevalenti nella popolazione giovanile, laddove il
bere e il fumo diventano un meccanismo di relazione, di aggregazione e di riconoscimento
tra i pari, in quanto assurgono simbolicamente a strumento di trasgressione iniziatica.
Il modello dell’uso/abuso alcolico corrisponde ad una potente esemplificazione di come le
aree della vulnerabilità/automedicazione si muovono verso l’instaurarsi di comportamenti
a rischio. Sappiamo che rispetto a tutti coloro che accedono alle sostanze psicotrope le-
gali o illegali solo una certa percentuale sviluppa un additive behaviour, cioè coloro che
da semplici consumatori diverrano dipendenti. Non si deve nemmeno dimenticare che,
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