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FAQ



          D1.  ESISTE  DA  PARTE  DEI  CITTADINI  UNA  DOMANDA  DI  PSICOLOGIA
          SEMPRE PIU’ARTICOLATA E IN COSTANTE AUMENTO. E’ IN QUALCHE
          MODO QUANTIFICABILE?

          R1. ALCUNI NUMERI, rilevati da Google, dominio Italiano aggiornato al 25.03.2009

           VOCE RISULTATI in pagine

            PSICOLOGIA 6.820.000
            PSICOLOGO 1.690.000
            PSICOLOGICO 1.780.000
            PROBLEMI PSICOLOGICI 504.000
            PRESTAZIONI PSICOLOGICHE 258.000
            PRESTAZIONI PSICOLOGICHE Ssn 10.900
            SERVIZI DI PSICOLOGIA Ssn 400

          Senza entrare nel merito, solo dalla lettura dei numeri è evidente una domanda cui fa ri-
          scontro una prevalente risposta generalizzata ed incontrollata, ed una risposta del sistema
          pubblico, nello specifico del Ssn, che non correla con la domanda stessa.
          Il fatto che a una domanda di Psicologia non corrisponda una risposta di Servizi di Psi-
          cologia nell’ambito delle Strutture Sanitarie preposte alla promozione, prevenzione, cura
          e riabilitazione della salute nella sua più completa accezione di fisica, psichica e sociale,
          sembra rimandare a diversi fattori:
          a)  la marcata frammentazione della Psicologia in specializzazioni e settori operativi ha fatto
          perdere di vista l’identità di base e la comune metodologia di intervento di cui le specializ-
          zazioni sono solo le varie manifestazioni e non ambiti separati; per cui in assenza di norma-
          tive chiare e definite, ampio margine è lasciato alla interpretazione di ruoli e competenze;
          b)  nelle Aziende Sanitarie in cui la collocazione professionale degli psicologi è circo-
          scritta in ristretti settori operativi storicizzati (neuropsichiatria, sert, salute mentale, con-
          sultori), il potenziale professionale non viene esperito, risultando funzionale a prevalenti
          interventi a favore della psicopatologia, ma assolutamente non rispondente ai bisogni
          aziendali, sia organizzativi, che clinici;
          c)  una normativa (vedasi R2) che non esplicitando i confini delle competenze, delle pro-
          cedure e dei percorsi psicodiagnostica-terapeutici ed assistenziali lascia ampio margine
          alla discrezionalità degli organismi decisionali;
          d)  un mancato riconoscimento istituzionale di una richiesta del cittadino di servizi di
          Psicologia, volti alla tutela del benessere e alla prevenzione del disagio psichico;
          e)  una inadeguata formazione-informazione evidence based relativa al fatto che lo psi-
          cologo è agente di sviluppo nelle relazioni e nei sistemi di convivenza e che la domanda
          sociale non riguarda solo la marginalità, ma i sistemi sociali, organizzativi, di servizio e
          che, non da ultimo, possiede le tecniche per l’attivazione di una partecipazione attiva al
          controllo della salute con una efficace ricaduta sui costi ed oneri sociali.

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