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indaghi la presenza di alterazioni cognitive, di disturbi psichiatrici attuali o pregres-
si, il profilo di personalità, l’uso/abuso/dipendenza da sostanze psicoattive/alcool, la
capacità di adattamento, il grado di adesione e di compliance, la presenza/assenza di
supporto familiare e il grado di consapevolezza, evidenziando in tal modo l’esistenza
o meno di controindicazioni “assolute” (psicosi florida, danni cerebrali irreversibili,
ritardo mentale (Q.I.<50), abuso/dipendenza attiva di sostanze tossiche, alcool, idea-
zione suicidaria attiva, recente tentativo di suicidio, assenza di compliance terapeutica)
o “relative” (disturbi di personalità, disturbi psicotici in fase di remissione, disturbi
affettivi in atto, gravi disturbi nevrotici, ritardo mentale con Q.I.< 70, abuso di dro-
ghe, alcool, tabacco, anamnesi positiva per disturbi psichici, per tossicomania, suicidio
tentato nel passato, insufficiente compliance terapeutica, limitato supporto sociale e
familiare, insufficiente grado di informazione, impiego di meccanismi di negazione al
trapianto etc.); inoltre, che chiarisca la presenza e la disponibilità dei familiari e le loro
capacità di supporto lungo l’intero percorso di malattia.
- dopo il trapianto è importante valutare il livello di adattamento emotivo e psicologi-
co, l’integrazione psichica dell’organo, la compliance alle terapie e ai comportamenti
consigliati, l’eventualità di aspetti psicopatologici post-trapianto. Gli aspetti psicologici
problematici che possono presentarsi in questa fase sono: il timore di non farcela, la so-
litudine ed i sentimenti di impotenza, la regressione, l’inadeguatezza; i pensieri relativi
all’immagine di sé, quelli rispetto al donatore; l’ansia di reinserirsi nella vita sociale,
familiare, sessuale e lavorativa e l’affaticamento dovuto al regime terapeutico del fol-
low-up, che nei primi periodi sono piuttosto rigidi. Queste criticità, nel loro insieme
possono causare, nei soggetti più deboli, reazioni emotive importanti che interferiscono
con l’andamento clinico, la qualità di vita e col ritorno alla normalità esprimendosi me-
diante apprensione ed ansietà per un possibile rigetto e disturbi del tono dell’umore.
1.3 Specificità professionale degli strumenti e del trattamento
Un aspetto qualificante che contraddistingue l’attività di donazione e trapianto è l’atten-
zione ai bisogni personali ed umani dei familiari dei donatori, a quelli dei candidati al
trapianto, alla qualità di vita dei pazienti trapiantati ed ai bisogni degli operatori.
Interventi psicologici sono necessari lungo tutto l’iter, dalla donazione, al trapianto, al
follow-up post-trapianto:
ai familiari dei donatori un aiuto nella gestione del dolore per la perdita improvvisa
del loro congiunto e, dove necessario, nel periodo successivo del lutto;
ai pazienti candidati al trapianto, un programma di valutazione (mediante colloqui
psicologico-clinici e con l’ausilio di strumenti psicodiagnostici standardizzati) e di
supporto psicologico (colloqui di sostegno, interventi focali, psicoterapie brevi, psico-
terapie di coppia, counselling, etc. ) che si sviluppa dalla lista d’attesa fino al trapianto
e al reinserimento nella vita familiare e sociale;
agli operatori coinvolti nella donazione, prelievo e trapianto di organi e tessuti, ade-
guata formazione e aiuto psicologico finalizzati a migliorare la relazione con gli utenti
e la qualità dell’assistenza nel suo insieme (interventi sulla comunicazione fra operato-
re-paziente, operatore-familiari, operatore-operatore; role-playing, simulazioni, case-
study, etc.)
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