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impotenza spesso paralizzante, la morte… tutti aspetti che coinvolgono gli operatori su un
piano personale ed umano, oltre che professionale.
Tali necessità, se non vengono gestite mediante risposte adeguate, alimentano nel corso
del tempo un disagio psicologico continuativo che diventa fonte di ulteriori problemi, sia
per i pazienti e i loro familiari, sia per gli operatori.
Gli effetti si possono così osservare:
a. nei pazienti: nell’accentuazione di sintomi attuali, nella comparsa di nuovi sintomi
“funzionali”, nei disturbi del comportamento, dell’adattamento o della compliance
terapeutica, etc.
b. nel rapporto operatore-paziente: aumento della conflittualità, sentimenti diffici-
li da gestire come la rabbia, l’intrusività, l’aggressività, scarsa modulazione della
relazione terapeutica che diventa o troppo rigida e distaccata (fino al burn-out), o
troppo vicina e “familiare”, etc.
c. nel rapporto operatore-operatore: aumento dei contrasti e delle conflittualità in-
ter-gruppo e intra-gruppo, irrigidimento delle relazioni interpersonali, scarsa flessi-
bilità, tensioni e conflitti nel lavoro d’equipe con conseguente calo dell’efficienza
lavorativa nel suo complesso.
Tali effetti rappresentano quindi un ingente costo emotivo che interessa per tutti gli at-
tori del sistema (pazienti, familiari, operatori sanitari) ed anche un sostanziale aggravio
economico che può esprimersi mediante necessità di esami aggiuntivi, costi per nuove
terapie, costi per disfunzionamenti del personale e/o dell’equipe.
Le aree ad elevata complessità assistenziale richiedono pertanto interventi psicologici
capaci di agire simultaneamente su più piani e con obiettivi differenziati, rivolti sia ai
bisogni dei pazienti e dei loro familiari che alle necessità degli operatori.
Di seguito vengono riportati due esempi di protocolli operativi attuati in aree ad elevata
complessità assistenziale quali “L’intervento psicologico nell’area della donazione e tra-
pianto di organi e tessuti” e quello relativo a “L’intervento psicologico in terapia inten-
siva pediatrica e patologia neonatale”.
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