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2.2  Intervento

          Gli obiettivi sono:
             •  fornire ai bambini ricoverati e ai genitori risposte e sostegno ai loro bisogni psico-
                logici;
             •  garantire al personale del reparto un percorso di formazione psicologica finalizzato
                a sviluppare capacità di empatia e di comprensione nella relazione col bambino
                malato e con i suoi genitori;
             •  fornire strumenti psicologici per gestire lo stress personale, le relazioni con i fami-
                liari e con gli altri operatori.
          Il programma di intervento psicologico è in gran parte indiretto e di rete, coinvolge cioè
          tutto il personale di assistenza e i familiari, lasciando l’intervento diretto, sul bambino,
          solo quando è espressamente indicato.
          Questa modalità di approccio é motivata da precise considerazioni psicologico-cliniche: il
          fatto che i problemi sopracitati nascono nel rapporto operatore-genitori e possono essere
          gestiti  solo se gli operatori hanno le conoscenze sufficienti e gli strumenti adeguati  per
          comprenderli; il fatto che in numerose circostanze le rassicurazioni da fornire ai bambi-
          ni/genitori sono più efficaci se sono date dall’operatore col quale esiste già un rapporto
          di fiducia; inoltre un approccio diretto su tutti i bambini richiederebbe l’impiego di un
          grande numero di psicologi.
          L’intervento si dovrebbe svolgere su tre livelli:
             •  formazione degli operatori;
             •  assistenza ai pazienti;
             •  organizzazione del lavoro.
          La possibilità di  agire simultaneamente ed in maniera coordinata su questi tre diversi
          livelli del lavoro clinico, solitamente considerati separatamente, è ciò che si può definire
          approccio psicologico “integrato”.
          Il programma prevede lavori di gruppo, seminari teorici,  presenza continuativa dello
          psicologo nello staff.
          Il lavoro di gruppo settimanale/quindicinale con gli operatori, sia di formazione che ope-
          rativo, é condotto secondo la metodica “Balint”, una tecnica di addestramento e di su-
          pervisione che parte dell’esperienza quotidiana e consente agli operatori di comprendere
          le dinamiche psicologiche e relazionali che si sviluppano nel rapporto col paziente, con i
          suoi familiari e con gli  altri operatori, aiutandoli ad utilizzare lo strumento emotivo più
          importante di cui dispongono, cioè la loro stessa persona.
          I seminari teorici hanno lo scopo di approfondire le principali problematiche emotive
          e psicologiche inerenti il lavoro in TIP, quali: l’attaccamento, la comunicazione della
          diagnosi, di prognosi infausta, la gestione del bambino grave, la morte del bambino, i
          meccanismi psicologici di difesa.
          Infine la presenza continuativa dello psicologo nello staff svolge diverse funzioni: fornire
          assistenza diretta e supporto ai bambini/genitori più problematici, supportare gli operatori
          nei casi più complessi, guidare il gruppo di formazione/discussione.
          L’adozione di questa modalità di intervento psicologico contribuisce significativamente
          allo sforzo di “personalizzare” l’assistenza ai bambini, nel senso di realizzare una vera e
          propria presa in carico anche degli aspetti emotivi e psicologici. Ad ogni bambino e alla

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