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rispondere adeguatamente ai bisogni di cura della persona malata.
          Prendersi cura della persona malata si traduce nella comprensione non solo dei mecca-
          nismi patogenetici implicati ma anche dei vissuti familiari e personali associati alla ma-
          lattia, attraverso l’analisi della domanda di cura, la condivisione delle emozioni associate
          alla malattia, la costruzione di un piano di trattamento finalizzato alla promozione di un
          ruolo attivo della persona malata nella gestione della sua condizione.
          In questo modello la specificità professionale si evidenzia non più nella divisione schema-
          tica degli oggetti di studio, ma nella diversificazione degli approcci metodologici all’indi-
          viduo inteso come unità inscindibile.
          La risposta assistenziale si traduce nell’integrazione delle conoscenze, nella visione uni-
          taria del problema, in un progetto terapeutico globale.
          All’interno di questa cornice teorica, il corpo riacquista spessore, complessità e da appen-
          dice si trasforma in ancora della Identità, quella individualità che si esprime nell’unicità
          del nostro sentire, percepire, provare emozioni, vivere.

          1.2  Specificità del contesto ospedaliero

          L’ospedale  è  stato  concepito  e  finalizzato  alla  cura  delle  malattie  organiche  e  biso-
          gna riconoscere che la tecnologizzazione e la super specializzazione della medicina
          hanno consentito di realizzare questo scopo in modo pressoché autonomo ed effica-
          ce. Paradossalmente, il progresso della medicina ha cambiato notevolmente lo scena-
          rio attuale dell’ospedale: sono state debellate molte malattie infettive; è notevolmente
          aumentata la vita media, è aumentata la capacità di individuare ed intervenire preco-
          cemente in diverse condizioni morbose; sono aumentati gli interventi complessi che
          consentono di curare molte patologie prima mortali; di conseguenza sono aumentate le
          malattie croniche e il numero di disabili. Allo stesso tempo è notevolmente aumentata
          la spesa sanitaria per gli interventi complessi, sono diminuiti i posti letto e i tempi medi
          di degenza.
          In linea con il dibattito internazionale in tema di salute, il sistema sanitario nazionale con
          il Piano Sanitario Nazionale, già nel 1998-2000si è orientato alla promozione della salute

          e, nelle edizioni successive, ha ribadito l’importanza delle strategie per promuovere un
          ruolo attivo dei cittadini nella gestione della propria condizione di salute e per l’orienta-
          mento dei servizi sanitari ai bisogni globali di salute dei cittadini oltre che per garantire e
          monitorare la qualità dell’assistenza.
          Con la Carta di Ottawa, nel 1986, è stato delineato il concetto di promozione della salute
          come processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute
          e di migliorarla. L’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, individua
          l’ospedale  come  luogo  privilegiato  per  sviluppare  programmi  concreti  centrati  sul
          miglioramento della qualità dell’assistenza, delle condizioni di lavoro e della soddisfazione
          di chi lavora, dei pazienti e dei loro familiari, attraverso un ampio spettro di strategie. E’
          stata così costituita nel 1988, con l’obiettivo di sperimentare il nuovo approccio delineato
          dalla Carta di Ottawa, la Rete Internazionale degli Ospedali per la Promozione della Salute
          (Health Promoting Hospital – HPH) allo scopo di trasformare l’ospedale in luogo elettivo
          per costruire stili di vita salutari, sensibilizzare visitatori, pazienti, familiari ed operatori
          alle scelte per la salute.

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