Page 134 - Sipsot Libro Linee di Indirizzo_27_aprile
P. 134
appartenenti a gruppi considerati fortemente vulnerabili, ad alto rischio, e questo è il caso
delle vittime di violenza, per le quali sono richiesti trattamenti a setting plurimi ad alta
integrazione socio-sanitaria. L’intervento di Psicologia di comunità offre una risposta cli-
nica al disagio che tiene conto del contesto familiare, sociale e relazionale, promuovendo
la presa in carico globale della persona, attraverso gli strumenti dei trattamenti integrati
e degli interventi di rete. Sia gli interventi a favore di minori vittime di maltrattamento e
abuso, che quelli a favore degli adulti vittime di violenza, comportano, infatti, la presenza
di relazioni coordinate tra istituzioni diverse. Per quanto concerne i minori sono, infatti,
indispensabili scambi, relazioni e collaborazioni tra il tribunale ordinario e dei minorenni,
il Servizio Sociale, nonché i gruppi di aggregazione, le scuole e le comunità di accoglien-
za, al fine di garantire la protezione e la tutela del bambino, e favorire la costruzione di un
ambiente capace di supportare e promuovere la crescita dello stesso. Anche gli interventi
con adulti vittime di violenza e con famiglie malfunzionanti e multiproblematiche richie-
dono come condizione necessaria, oltre agli interventi psicologici individuali e familiari,
l’attivazione di risorse sociali, istituzionali, spesso economiche, per poter incidere po-
sitivamente su modalità relazionali e di funzionamento ad alto rischio e profondamente
radicate. Di particolare importanza appaiono, inoltre, quelle attività di sensibilizzazione
culturale in ambito sociale e di specifica formazione psicologica degli operatori in ambito
istituzionale, volte al superamento delle specifiche difese psicologiche che rendono inim-
maginabili certi comportamenti da parte di adulti “normali”, specie nei casi di violenza
e abuso intrafamiliare in contesti tutt’altro che degradati socialmente e culturalmente.
La violenza all’infanzia e in particolare l’abuso sessuale, infatti, può risultare in qualche
misura impensabile da parte della comunità adulta e da parte degli stessi esperti chiamati
all’accertamento psicologico dell’attendibilità del minore per quattro ordini di ragioni:
- l’impatto con il dolore
- l’impatto con la confusione
- il bisogno di mantenere il ricorso all’idealizzazione
- l’ansia del conflitto.
Oltre alla costruzione di percorsi di trattamento integrati, l’intervento di Psicologia di
comunità consiste nell’attivare, rendere visibile, accessibile, funzionante e vitale una rete
territoriale di protezione contro la violenza. Per quanto concerne l’intervento di rete oc-
corre sottolineare che si colloca, come spazio operativo, tra il clinico e il comunitario,
esclude la prospettiva di una dipendenza del cliente dal setting definito dall’operatore,
introduce la presa in carico dell’ambiente da parte dell’ambiente stesso e dunque prefigura
la “scomparsa” dell’operatore in quanto postula un obiettivo di autonomia. Le reti posso-
no essere descritte da un punto di vista strutturale come un insieme di nodi interconnessi.
I nodi sono le parti costitutive della rete organizzativa, sono dotati di competenze e abilità
specifiche e orientati al risultato della dinamica complessiva del sistema: il successo della
rete dipende strettamente dalla vitalità dei nodi che la compongono. I nodi sono definiti
“vitali” se e solo se sono capaci sia di autonomia che di scambio interattivo con altri nodi
della rete e con altri sistemi. La rete di protezione contro la violenza deve nel tempo tra-
mutarsi da rete territoriale artificiale, cioè da semplice connessione tra istituzioni che si
occupano di un determinato problema quale quello della violenza, in rete “calda” cioè una
rete che connette le persone che vivono la rete, in quanto individui e non solo rappresen-
tanti di enti o associazioni. L’intervento di Psicologia di comunità provvede alla costru-
134