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impatto sulla salute fisica e mentale della donna, l’impatto nel tempo di diversi tipi ed
episodi di violenza ed abuso ha un effetto cumulativo.
La specificità metodologica di un progetto contro la violenza alle donne, dovrebbe attenere
la scelta del paradigma “Individuazione del bisogno – costruzione della risposta”. Questa
scelta permette la costruzione di risposte appropriate ai bisogni che vengono rappresentati
dalle donne prese in carico. L’orientamento deve essere volto all’individuazione di strate-
gie e interventi che si configurino come risposte a questo specifico target di utenza e alle
problematiche e bisogni di cui è portatore.
Una strategia per conoscere e prevenire la violenza contro le donne può essere sviluppata
tenendo conto dei seguenti obiettivi:
− Il primo obiettivo è la conoscenza più ampia possibile del fenomeno della violenza
contro le donne: conoscere l'estensione del fenomeno, sapere che una donna su cinque
nell'arco della vita subisce violenza e che una donna su dieci subisce violenza nell'ultimo
anno di vita e conoscere il collegamento della violenza con i processi di formazione delle
patologie.
− Il secondo obiettivo è l’ampliamento delle prassi clinico-diagnostiche: ampliare l'at-
tività diagnostica significa inserire nelle pratiche cliniche la violenza come probabile co-
fattore eziologico e di rischio; significa guardare al processo patologico come possibile
conseguenza e prodotto di azioni esterne come la violenza in tutti i suoi aspetti, da quella
fisica a quella psicologica.
− Il terzo obiettivo è la prevenzione attraverso l’informazione alle donne che non conosco-
no gli effetti della violenza sulla salute, non sanno che tollerare la violenza ha costi elevati
sull'equilibrio psico-fisico: informare la donna diviene allora il compito principale di ogni
servizio sanitario che ha tra la sua utenza prevalente le donne. L'informazione deve riguar-
dare sia il rapporto violenza - malattia sia i luoghi specifici dove la donna può discutere i
suoi problemi e darvi opportuni inquadramenti prima che essi si trasformino in percorsi di
malattia, è uno strumento fondamentale infatti, per la facilitazione dell’accesso ai Servizi.
2. DALLA LETTURA DELLA CONDIZIONE DI RISCHIO
ALLA COSTRUZIONE DI UNA RETE DI PROTEZIONE
Il primo obiettivo del lavoro dello psicologo che si occupa di violenza all’interno del Ser-
vizio Sanitario Nazionale è indubbiamente l’individuazione dei bisogni della popolazione
target e l’accurata lettura degli stessi. Tale bisogni possono essere rintracciati a partire da
strumenti nazionali, quali i Livelli essenziali di Assistenza LEA, le linee guida prodotte a
livello nazionale ed internazionale e devono essere necessariamente declinati secondo le
specifiche caratteristiche che il fenomeno di pertinenza assume nel territorio sul quale lo
psicologo va ad operare. Le indicazioni dei LEA e delle linee guida nazionali permettono
quindi di definire i macro-confini dell’area di bisogni che necessitano di una risposta, ma
è solo un’accurata lettura del territorio, condotta con strumenti micro (interviste, questio-
nari) che rende visibili, riconoscibili e personificabili i bisogni e consente una riflessione
accurata sulle specifiche risposte che la Psicologia può mettere in campo in quel partico-
lare contesto.
Il punto di partenza per la lettura della condizione di bisogno è l’osservazione dei dati epi-
demiologici che consente di evidenziare l’incidenza del problema “violenza” nel territo-
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