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b. la valutazione della qualità delle rappresentazioni mentali dell’adulto relative ai vissuti
e all’immagine di Sè, del proprio partner, delle relazioni con i propri genitori e con i figli.
Tale area può essere indagata attraverso interviste semistrutturate, quali l’Adult Attach-
ment Interview (AAI), l’IRMAG…
c. la valutazione della qualità delle relazioni significative e dell’adattamento al contesto di
vita familiare, attraverso la misura delle rappresentazioni consapevoli dei componenti fa-
miliari. E’ disponibile un’ampia gamma di strumenti, per lo più questionari “self-report”,
fra i quali il Family Adaptability and Cohesion Evaluetion Scale; il Family Environment
Scale, il Family Assessment Device, solo per citarne alcuni.
Le strategie di intervento psicologico-clinico atte a fronteggiare problematiche specifiche
che coinvolgono i nuclei familiari (lutti, abuso, separazioni, disabilità, malattie) sono ba-
sate essenzialmente su modelli psicoterapeutici di varia estrazione teorica. La Psicologia
può farsi carico, inoltre, del potenziamento e monitoraggio dei percorsi di cura che abbia-
no la famiglia al centro della rete dei Servizi Sociosanitari.
Un’altra possibile funzione della psicologia, in questo ambito di intervento, è l’attivazio-
ne e la supervisione di gruppi di famiglie di “auto mutuo aiuto” visti come strumenti di
sostegno psicologico basati ovviamente sul principio della sussidiarietà.
8 PREVENZIONE DEI RISCHI E PROMOZIONE DEL BENESSERE
DEGLI INDIVIDUI E DELLE FAMIGLIE
A fronte delle complesse problematiche delle famiglie contemporanee i piani di interven-
to della Psicologia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale possono anche svilupparsi
in direzione preventiva e promotiva e non solo essere orientati da finalità terapeutiche e
riparative.
La Prevenzione primaria, in questo ambito, può essere finalizzata a ridurre l’incidenza dei
rischi per il benessere della famiglia e dei singoli componenti, attraverso la promozione
di competenze specifiche e dei Fattori di Protezione. In questo ambito le strategie di inter-
vento maggiormente efficaci risultano essere, da una parte, quelle orientate allo sviluppo
dell’Empowerment e della Resilienza familiare, dall’altra, quelle volte al potenziamento
delle competenze genitoriali.
Nel primo caso è possibile impostare programmi di sensibilizzazione e di educazione
familiare finalizzati allo sviluppo di fattori che concorrono a determinare e mantenere ciò
che, secondo la letteratura specialistica, viene definita la “Resilienza Familiare”, ovvero
la capacità di ritrovare un adattamento positivo dopo situazioni di crisi. In tal senso la
psicologia dispone di conoscenze e competenze atte a favorire:
- il mantenimento dei confini familiari come senso di identità, coesione e apparte-
nenza alla vita familiare, nell’interazione con gruppi e organizzazioni esterne;
- lo sviluppo delle competenze comunicative e della espressione emotiva nella cura
reciproca e nella gestione dei conflitti;
- l’attribuzione di significati positivi nelle situazioni problematiche e di sfida che
possano facilitare risposte funzionali;
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