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La sofferenza non è una malattia
          LEZIONI APPRESE: le sofferenze, le paure, le emozioni, i comportamenti dei sopra-
          vissuti alle catastrofi non sono malattie da curare ma reazioni necessarie per ritrovare un
          nuovo equilibrio……
          RACCOMANDAZIONI: da un modello prevalentemente centrato sui disturbi post-trau-
          matici si deve passare ad un modello prevalentemente centrato sulle potenzialità adattati-
          ve ed evolutive sia degli individui che dei gruppi, che della comunità.

          Il lutto deve fare il suo percorso
          LEZIONI APPRESE: il lutto per la perdita delle persone care, dell’abitazione, delle pro-
          prie cose, delle strutture-simboliche del proprio paese, deve avere un suo tempo psicologi-
          co per essere elaborato. Tale tempo non può essere abbreviato…… ma accompagnato fino
          alla sua completa elaborazione attraverso la partecipazione del vicinato e della comunità
          secondo riti e tradizioni culturali proprie e la possibilità di ritrovare nei gruppi organizzati
          un sostegno psicologico di base e specialistico.
          RACCOMANDAZIONI: favorire il recupero immediato delle modalità più consone alle
          tradizioni religiose e culturali del luogo per celebrare i riti del lutto, favorendo successi-
          vamente l’attivazione di gruppi di automutuo aiuto e di elaborazione psicologica anche
          con esperti della psiche.


          Riattivare l’iniziativa della comunità colpita
          LEZIONI APPRESE: dopo la catastrofe appare fondamentale al riequilibrio psicologico
          delle persone, riattivare la ripresa delle attività routinarie della comunità, ……A tale sco-
          po vanno sostenuti psicologicamente e accompagnati con le risorse i leader formali della
          comunità, ……e i leader informali delle associazioni e gruppi. Le reazioni delle persone
          significative influenzano fortemente le capacita dei bambini, delle famiglie, della comu-
          nità nel ristabilirsi.
          RACCOMANDAZIONI: le iniziative per la ripresa della vita della comunità devono essere
          discusse e condivise fin dall’inizio con i leader della comunità e il coinvolgimento dei lea-
          der informali, dando significato anche psicologico alle attività che si devono intraprendere
          a favore non solo degli individui maggiormente colpiti, ma anche dell’intera comunità.

          Valorizzare le risorse delle persone di ogni età
          LEZIONI APPRESE: i cambiamenti di luogo, di tempo, di ritmo e di modo di vita che
          seguono le catastrofi, permettono alle persone di ritrovarsi per molto più tempo sia all’in-
          terno della famiglia che del vicinato. Ciò può sollecitare in maniera efficace la rappresen-
          tazione e l’attivazione del ciclo vitale dalla infanzia alla vecchiaia……
          RACCOMANDAZIONI: la vita comunitaria in stato di emergenza va gestita con sensi-
          bilità e professionalità, permettendo ai genitori di stare con i bimbi ma anche da soli, agli
          adolescenti di essere protagonisti nell’aiuto agli altri, gli anziani di sorreggere e di essere
          sorretti. La gestione di un accampamento richiede una preparazione organizzativa ma
          anche psicologica da parte dei responsabili e degli operatori di soccorso che condividono
          la situazione d’emergenza.

          Il soccorritore deve prendersi cura di se stesso
          LEZIONI APPRESE: il coinvolgimento emotivo, le lunghe ore di lavoro, la fatica, le de-

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