Petizione: non cancelliamo la psicologia in ospedale!
Anzi, rafforziamola per risparmiare dolore, soldi e umanizzare le cure
Che la “Persona al centro” non sia solo uno slogan!
Il ricovero ospedaliero è legato spesso a gravi problemi di salute, alla necessità di affrontare esami o interventi invasivi, allo stress del ricovero.
In ospedale entrano persone, non corpi!
E ciò è ancora più significativo quando il paziente è un bambino.
L’ansia, la depressione, lo stress incidono non solo sul vissuto della persona, ma anche sull’organismo, abbassano le difese e ritardano la guarigione (per es.: una ferita chirurgica impiega il 40% del tempo in più a rimarginarsi).
Disporre di un sostegno psicologico per molti pazienti e per i loro familiari può essere davveroimportante, e questo è vero anche per il personale ospedaliero. Lo psicologo può aiutare medici ed infermieri a gestire lo stress ed a relazionarsi meglio con gli utenti.
Lo psicologo può promuovere una maggiore e positiva integrazione in diversi aspetti della cura: tra mente e corpo, tra paziente ed operatori, tra cura e relazione, tra aiutare e fornire strumenti di auto-aiuto, tra momenti “riparativi” e occasioni di promozione della salute.
Le evidenze mostrano come la psicologia in ospedale sia una risorsa etica e di efficacia, possa contribuire in modo significativo a fare dell’ospedale un luogo più umano e a misura di persona, ad aumentare l’appropriatezza e l’integrazione delle cure, nonché la soddisfazione dell’utente.
Inoltre, non si può pensare di dare una risposta di cura soltanto di tipo psichiatrico o farmacologico, perché ciò che sta intorno al malato è una serie di situazioni critiche e problemi articolati e diversi e, nella maggior parte dei casi, non affrontabili efficacemente con un farmaco.
C’è inoltre un dato economico importante in tempi di crisi: le attività psicologiche si ripagano con la riduzione dei costi sanitari che comportano, generando ulteriori risparmi per le persone ed il Sistema Sanitario.
Mentre gli utenti chiedono sempre di più una risposta su questi aspetti, il Ministero della Salute e le Regioni si apprestano – con l’approvazione degli “standard ospedalieri” – a cancellare la psicologia pubblica in ospedale, lasciando interamente sulle spalle dei malati e delle loro associazioni il problema del supporto e della cura (che già è la terza voce di spesa per i malati italiani).
Pertanto CHIEDIAMO
Al Ministero della Salute
Ai Presidenti delle Regioni Italiane
All'Assessore alla Sanità della Regione Veneto e Presidente della Commissione Salute, Luca Coletto
a) di essere coerenti: non si può sbandierare di voler mettere “la Persona al centro” delle cure e poi cancellare quelle realtà che possono dare un contributo decisivo in questa direzione!
b) di fornire una risposta appropriata (etica, equa, economica, non solo farmacologica) a questi bisogni, riconoscendo, valorizzando ed adeguando le attività di psicologia ospedaliera;
c) di prevedere servizi e attività di psicologia in forma autonoma e nell’ambito degli “standard ospedalieri”, riconoscendone la specificità e la diversità dalla psichiatria, in modo tale che ogni cittadino ricoverato o familiare possa accedere ad un aiuto psicologico, laddove necessario.
I primi firmatari
Vito Tummino – Presidente Federazione delle Società Scientifiche di Psicologia
Gioia Gorla – Presidente Associazione Italiana di Psicologia Clinica e Psicoterapia
Silvia Lapini – Presidente Società Italiana di Psicologia delle Lesioni Spinali
Francesco Bottaccioli – Presidente on. Società Italiana di PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
Paride Braibanti – Presidente Società Italiana di Psicologia della Salute
Elena Bravi – Presidente Società Italiana di Psicologia dei Servizi Ospedalieri e Territoriali
David Lazzari – Presidente Associazione Italiana di Psicologia Sanitaria ed Ospedaliera
http://firmiamo.it/non-cancelliamo-la-psicologia-in-ospedale-appello#petition